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sabato 14 maggio 2011

Uno strano terzetto

Io e Alessandra arriviamo ad Arona che sono quasi le tre del pomeriggio. Barbara ci apre la porta di casa sua. Indossa una t-shirt e dei comodi pantaloncini . Barbara è un avvocato e una gran bella donna. Ha lunghi capelli scuri , occhi da cerbiatta e una bocca sensuale.
-Piacere Barbara- dice rivolta alla ragazza accanto a me.
-Piacere Alessandra -
Anche Alessandra è una bella donna , parecchio più giovane di me e Barbara. Ha un visino stupendo, occhi scuri e dolci , stupendi capelli neri e una boccuccia da baciare.
- Caspita, ma come sei giovane ! Sei veramente molto carina. Mi raccomando Marco trattala bene. -
- Come sta Giorgio ?- chiedo per cambiare discorso.
- Bene ma purtroppo ci raggiungerà dopodomani . Dice che ha alcune cose da sistemare al lavoro ma lo so che in realtà si tratta di sua moglie. -
Barbara mette il broncio e cerco di risollevarle il morale proponendole di fare una passeggiata in centro, prendere il battello per mostrare ad Alessandra il lago e infine aperitivo e cena al Gilda. Mi offro di pagare io.
Le due ragazze sono entusiaste e torna il buonumore. Vado a cambiarmi e mentre aspetto che le due ragazze siano pronte per uscire leggo una lettera che Giorgio ha consegnato a Barbara per me.
Mi chiede di prendermi cura di Barbara durante la sua assenza e di punirla se commette delle infrazioni. In particolare mi chiede di punirla severamente se gira nuda per farsi vedere dal vicino di casa e quando esce di controllare che indossi le mutandine.
Alessandra e Barbara si sono cambiate e sono entrambe stupende. Barbara indossa un corto vestito nero con un’ enorme scollatura che le lascia nuda la schiena invece Alessandra delle eleganti scarpe con il tacco, una gonna cortissima e un minuscolo top in rete che lascia intravedere il reggiseno.
Leggo la lettera ad alta voce e Barbara si solleva il vestito per mostrare che ha messo le mutandine.
Ridiamo come matti e dopo il giro in battello e l’ aperitivo raggiungiamo il Gilda.
La cena è squisita e andiamo a scatenarci nelle danze. Alessandra tenta di insegnarmi a ballare ma io sono troppo negato e ci rinuncia.
Mi siedo al nostro tavolo e la guardo ballare. Mi eccita molto vedere il suo giovane corpo muoversi al ritmo della musica.
Barbara mi si avvicina.
- Sai conservo ancora quella scatola con dentro i nostri giocattoli. Alla collezione Giorgio ha aggiunto un frustino , un battipanni e un tawse che ho acquistato in Scozia. -
- Come va tra te e Giorgio ? -
- Dice sempre che vuole lasciare la moglie ma so che non lo farà mai. Ma non me la prendo , a me va bene anche così. Io voglio molto bene a Giorgio ma quando sono sola ho chi mi consola. Giorgio lo sa e anche a lui va bene così. -
Poi mi guarda con fare malizioso.
- Sai la tua amica è molto bella. Mi piacerebbe tanto se ci divertiamo tutti e tre insieme. -
Barbara è un po’ brilla e si e fatto tardi. Chiamo Alessandra e cerco di convincere Barbara a tornare a casa. La minaccio di sculacciarla e le dico che sono molto interessato al tawse.
Lei ride.
- Ok andiamo. Non vedi l’ ora di sculacciarmi eh ?-
Lei si aggrappa a me o barcolla.
- Sei ubriaca -
- No non è vero -
- Barcolli - replico
- Perché non reggo il rum , ma non sono ubriaca-
Siamo arrivati alla macchina.
- Comunque hai bevuto troppo-
- Oh ma sei testardo. Non sono ubriaca-
Perdo la pazienza. Faccio salire Barbara sul sedile davanti e le ordino di mettersi in ginocchio.
- Sollevati l’ abito -
Barbara ha un attimo di esitazione ma le ripeto l’ ordine alzando la voce. Poi la sculacciò sopra le mutandine.
- A casa ti do il resto-
Sento delle risate di stupore , forse qualcuno nel parcheggio ha visto la scena.
Appena arrivati a casa , per punizione, ordino a Barbara di portare giù la scatola dei giocattoli e gli strumenti. Le ordino anche di prepararsi per la notte perché subito dopo averla punita dovrà filare a letto.
Barbara mi risponde che non vuole andare a dormire ma un paio di sculaccioni belli forti la mettono in riga.
Mentre Barbara sale e scende le scale io coccolo Alessandra che si è seduta sulle mie ginocchia.
Quando Barbara ha finito torna da noi ricoperta solamente da una vecchia t-shirt. Ci mostra i suoi giocattoli e gli strumenti e ci racconta dei gusti di Giorgio , di alcune sue punizioni che lei ha trovato “ piacevolmente indimenticabili” e scambia confidenze e consigli con Alessandra.
Avverto Barbara che è arrivata l’ ora della punizione. Prendo una sedia , mi siedo e mi slaccio i polsini della camicia. Mi rimbocco le maniche e la faccio accomodare sopra le mie ginocchia. La sculaccio piano sugli slip e ogni tanto le accarezzo le natiche.
Mi piace tanto il suo culo perché è generoso e morbido. Le abbasso le mutandine e la sculaccio forte e a lungo. Le sue natiche diventano belle rosse e calde.
La faccio alzare e prendo il tawse . Ordino a Barbara di spogliarsi completamente e di farlo in fretta o sarò molto severo. Barbara teme molto la cinghia ma l’ affascina.
Si toglie velocemente la t-shirt e le mutandine già calate.
Ora le ordino di rimanere in piedi e di appoggiarsi allo schienale della sedia. La colpisco una decina di volte. Barbara si lamenta ad ogni colpo ma mantiene la posizione.
- Brava Barbara, sono fiero di te, ma per dimostrarmi che sei sinceramente pentita esigo da te un gesto di sottomissione. Voglio che ti sdrai sulle ginocchia di Alessandra e che ti lasci sculacciare.
- Cosa ? - risponde Barbara stupita e divertita - Ma dai, è ridicolo . Alessandra è più piccola di me - .
Anche Alessandra protesta dicendo che non è una spanker e che sculacciare una donna la imbarazza molto. Oltretutto più grande di lei.
- Su su fate le brave bimbe o vi sculaccio tutte e due - rispondo io scherzando. - Lo so che è ridicolo ma proprio per questo lo trovo divertente. Vi va di farlo per me ?-
Ho convinto Barbara che già stuzzica Alessandra chiamandola mammina e chiedendole di essere punita severamente perché è stata una bimba molto cattiva.
Alessandra rimane seduta sul divano con un’ aria molto scettica ma acconsente a Barbara di sdraiarsi sulle sue ginocchia.
Alessandra la colpisce piano e senza convinzione ma dopo un paio di colpi ci prende gusto e le infligge sculacciate anche abbastanza forti.
- Però , hai delle manine piccole ma si fanno sentire! - commenta Barbara.
- Vedo che non hai perso il vizio di parlare durante una punizione.- rispondo io falsamente seccato - Vediamo se con questa impari- .
Porgo ad Alessandra una spazzola di legno e la usa per colpire le natiche già indolenzite di Barbara.
Completo la punizione impartendo a Barbara dei sonori sculaccioni finché non promette di andare a letto senza fare tante storie.
Io e Alessandra le ordiniamo di rivestirsi poi l’ abbraccio e le do il bacio della buonanotte. Barbara fa altrettanto con Alessandra aggiungendo che si è divertita molto e che spera di ritrovarsi ancora sdraiata sulle sue ginocchia.
Mandiamo a letto Barbara e io rimango , sul divano, con Alessandra e giochiamo con le manette e il frustino.

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